PSICOLOGIA

 

2. PIANI DI STUDI DELLA NUOVA LAUREA MAGISTRALE 

 

 

PERCHE' A CATANIA, DIVERSAMENTE DA ALTRE UNIVERSITA', ESISTE SOLO UNA MAGISTRALE IN "PSICOLOGIA" SENZA ALTRE SPECIFICAZIONI? NON E' TROPPO GENERICO?

 

Sulla articolazione e denominazione della laurea di secondo livello il Consiglio ha molto riflettuto, confrontandosi anche con l'Ordine degli psicologi. A parte le considerazioni 'tecniche' sul numero di docenti e la loro collocazione disciplinare che non consente l'articolazione di curriculi molto specialistici, siamo arrivati alla seguente conclusione, condivisa peraltro da molti altri Atenei.

Nell'attuale mercato del lavoro degli psicologi - e in particolare in quello meridionale - che vede una profonda e continua mutazione di offerte e di settori di applicazione della psicologia, prefigurare nettamente ambiti fortemente specialistici ('scolastico'; 'giuridico'; 'lavoro'; ecc.) finirebbe per penalizzare chi dopo l'abilitazione - che è unica per tutti - trova opportunità lavorative non esattamente corrispondenti al titolo conseguito, che a questo punto sarebbe vincolante: se la selezione è per uno psicologo della riabilitazione, chi assumerebbe un laureato che nel suo diploma ha scritto 'psicologo scolastico' o 'giuridico'? e viceversa!

Tra l'altro, prevedere con anticipo di tanti anni (almeno due di corso + altri fra tirocinio e abilitazione) cosa richiederà il mercato del lavoro che cambia continuamente, sarebbe irrealistico.

Meglio pertanto è acquisire il titolo formale generale - non generico! - di laureato, e poi abilitato, "in psicologia" e accompagnare questo titolo con una attestazione delle competenze effettivamente acquisite nei percorsi interni al corso di laurea (v. punto seguente) in termini di attività extracurriculari frequentate, tirocinio specifico, tesi di laurea, ecc.: testimonianza di un "saper fare" che non è garantito dal titolo formale che tutti hanno, e che nessun datore di lavoro ormai reputa altro che un pre-requisito e basta.

All'interno del contenitore generale "Psicologia magistrale" lo studente potrà pertanto profilare un suo percorso (e un suo specifico 'curriculo' fra i due proposti a partire dal 2015-'16) scegliendo opportunamente non solo fra gli insegnamenti curriculari (diversi dei quali verranno offerti nel piano di studio in alternativa tra loro) e fra gli insegnamenti opzionali, ma anche fra tutte le altre attività extracurriculari come il tirocinio, i laboratori, i seminari validi per il tirocinio interno, i convegni e le altre iniziative consigliate, e - non ultima per importanza, anche se sarà l'ultima in ordine di tempo - la tesi di laurea che nella magistrale ha un peso molto rilevante in termini di CFU e che il laureando sceglierà in base al percorso che ha scelto di fare. 

Dopo la laurea sarà possibile, cogliendo le opportunità che si presenteranno in quel momento e nel luogo dove si decide di cercare lavoro, frequentare stage post-laurea (due semestri sono obbligatori per l'esame di stato), corsi di specializzazione, perfezionamento - ce ne sono anche di 150 ore molto validi per settori specifici - o veri e propri master nei settori che verranno ritenuti più utili per ciò che si intende fare sul piano professionale. E' la via che molti nostri studenti hanno già seguito con successo, e già lavorano a preferenza di altri che magari hanno preso un titolo di laurea molto specifico ma che poi non trovando lavoro in quel settore devono 'riconvertirsi' ex novo ad altri settori, con costi economici e di tempo non indifferenti.

 

 

 

 

NELLA PRESENTAZIONE DEI CORSI NON VENGONO CHIARITI BENE GLI SBOCCHI OCCUPAZIONALI. A CHE COSA CI PREPAREREMO CON LA LAUREA?

 

Riguardo agli sbocchi occupazionali, nel manifesto c'è  quello che ragionevolmente è possibile prevedere con la situazione attuale (pochissimo!). Non so quali altri corsi di laurea possano dare informazioni più dettagliate. tanto più in una proiezione ad almeno tre anni, che è il tempo necessario per laurearsi e abilitarsi. Neppure i maghi dell'economia sanno fare queste previsioni.

Come detto in un punto precedente, il mercato del lavoro oggi è quello che è, lo sappiamo bene; l'unica cosa da fare è acquisire competenze specifiche, e professionali, per cercare gli spazi di inserimento più adatti. E per questo bisogna frequentare materie e laboratori, anziché dare solo gli esami, come tanti fanno: come ci si prepara alla professione senza aver mai visto uno strumento o provata una tecnica che poi si dovrà usare in essa? Molti che non vogliono (o possono) frequentare, poi non superano l'esame di stato perché non hanno idea degli aspetti professionali, e spesso il solo tirocinio non basta.

Frequentando lezioni e laboratori, ma anche seminari e tirocini (questi, d'accordo con l'Ordine, li abbiamo resi obbligatori apposta, anche se a qualcuno dà fastidio.) ci si accorge anche di quali prospettive occupazionali ci possono essere nei vari settori: riabilitazione, disturbi dell'apprendimento, disabilità, oppure ambito istituzionale, organizzazione e lavoro, giuridico come consulenze e perizie, ecc. Come si fa a valutare le opportunità in questi settori se non toccando con mano cosa comportano? Non si può imparare sulle prospettive occupazionali solo dalla lettura dei libri o del manifesto degli studi!

 

Per rendere quanto più possibile motivata la scelta dei percorsi, abbiamo inserito preventivamente nel manifesto degli studi i contenuti e gli obiettivi di TUTTE le materie (alcuni sono articolati quanto i programmi veri e propri: mancano solo i libri per l'esame).  

E come detto, abbiamo previsto il certificato finale di competenze specifiche acquisite che è l'unico modo di attestare, insieme al diploma di laurea in psicologia magistrale, una reale preparazione in termini di competenze: come avviene da tempo in altri paesi d'Europa.

 

 




Dipartimento di Scienze della Formazione - 95124 Catania, via Teatro Greco, 84

dmi