PSICOLOGIA

 

  • 3. ERASMUS 

POTREBBE SPIEGARE MEGLIO L'UTILITA' DELL'ERASMUS PER NOI STUDENTI DI PSICOLOGIA? ALCUNI COLLEGHI TORNANDO CI RACCONTANO ESPERIENZE NON PROPRIO ESALTANTI... CONVIENE TENTARE OPPURE NO? 

 

L'Erasmus, cioè compiere parte degli studi all'estero e farsi riconoscere i relativi crediti, è un'esperienza certamente utile ed auspicabile, purchè venga fatta in modo "intelligente" e proficuo. Il che vuol dire: non partire solo per apprendere una lingua straniera (che deve essere già appresa in modo da poter seguire le lezioni e sostenere gli esami nella lingua del paese dove si va), o per allargare la propria esperienza personale: senza un preciso progetto si rischia di perdere tempo prezioso per conseguire al più presto la laurea.

E in particolare per gli studenti di psicologia, l'esperienza deve riguardare la professionalizzazione in questo campo; evitando di frequentare e sostenere materie che poi non servono per il curriculum professionale.

Alcuni consigli:

- Scegliere corsi di laurea all'estero (ovviamente tra quelli proposti dalle convenzioni presenti in Ateneo) che siano dello stesso livello del proprio: se si frequenta una laurea triennale scegliere un corso omologo, e così se si è alla magistrale;

- Scegliere all'interno di questi corsi di laurea - anche se non sono di psicologia - insegnamenti coerenti col proprio progetto formativo IN PSICOLOGIA. Guardare attentamente nei siti i programmi di questi insegnamenti, non solo i titoli che spesso dicono poco;

- Consultare PRIMA di farsi firmare il progetto formativo dal responsabile Erasmus e poi dal direttore del dipartimento (che non sono psicologi) docenti di psicologia in modo da assicurarsi che quei corsi prescelti siano davvero utili e congruenti con le finalità di chi si laurea in psicologia;

- Anche se possono essere incluse materie non psicologiche, da convalidare come insegnamenti opzionali del proprio corso, badare che si abbia abbastanza spazio per contenerle tra le opzionali (tolte quelle già scelte a Catania con esami sostenuti);

- Verificare con attenzione il numero di CFU che gli insegnamenti scelti all'estero sia compatibile, o non troppo distante, dai nostri per i quali si chiede il riconoscimento: se c'è disparità si rischia di avere poi problemi per le convalide;

Occorre valutare tutti questi elementi con congruo anticipo, in modo che il Consiglio possa ricevere in tempo il progetto e valutarlo in vista delle successive convalide, consigliando cosa è meglio per lo studente. Non possono essere tollerati casi - purtroppo successi in passato - in cui si fa tutto con gli uffici senza che il Consiglio ne sappia niente, se non dopo che lo studente è partito e si accorge dell'incongruità di ciò che ha scelto senza adeguata ponderazione e verifica. Vero che tutto ciò magari è consentito dai regolamenti (che valgono per tutto l'ateneo, quindi per corsi di laurea di lingue o comunque ben diversi dai nostri) o non è affatto previsto in via regolamentare (purtroppo!) ma lo studente deve valutare bene ciò che è nel suo interesse ai fini della propria professionalizzazione, consigliandosi col proprio corso di laurea prima di partire per una esperienza che può essere meravigliosa ma anche poco utile e proficua, se non programmata bene.

 

ABBIAMO NOTATO CHE CI SONO POCHE OFFERTE DI ERASMUS DI CORSI DI PSICOLOGIA RISPETTO A QUELLE DI ALTRI CORSI. COME MAI? 

 

Il problema è molto complesso, e attiene proprio alla specificità dei corsi di psicologia rispetto a quelli di altre lauree, che hanno materie più omogenee tra loro. In passato abbiamo provato a convenzionare corsi di psicologia in Inghilterra, Spagna e Germania, di alto livello scientifico e didattico, ma gli studenti riscontravano una elevata specializzazione (magari in settori non di loro precipuo interesse) e soprattutto difficoltà a seguire i corsi e a sostenere i relativi esami nella lingua di quel paese. La specializzazione degli argomenti richiede una comprensione linguistica molto elevata, che purtroppo pochissimi studenti hanno prima di partire; nè si può pensare di imparare la lingua mentre si devono frequentare le lezioni (e la frequenza all'estero è richiesta in modo ben più pressante che da noi!). Gli stessi docenti delle università convenzionate segnalavano la scarsa utilità dei corsi per questi studenti che arrivavano con pochi rudimenti della lingua in cui si tenevano le lezioni: problema che anche noi abbiamo con gli studenti Erasmus in entrata, che capiscono ben poco delle nostre lezioni e poi all'esame hanno enormi difficoltà.

Risultato: pochissimi nostri studenti andavano in queste sedi, pur prestigiose, e se ci andavano sostenevano pochi esami o nessuno; abbiamo dovuto chiudere queste convenzioni. E' veramente difficilissimo trovare strutture adatte nei nostri settori che non abbiano le condizioni di cui si è detto. 

 

HO SAPUTO CHE SI PUO' FREQUENTARE L'ERASMUS PER FARE LA TESI ALL'ESTERO. E' VERO?

Certo che lo è, anzi a mio parere è una delle modalità più utili - alla luce di quanto detto sopra per i singoli esami - per i nostri studenti. Il docente concorda con il collega straniero l'argomento della tesi, e lo studente applica il piano concordato. L'ho già provato per miei laureandi, e funziona bene per fare una tesi di confronto di dati italiani e stranieri e constatare di presenza le differenze.

La procedura prevede modalità e bandi diversi (con tempi pure diversi) a secondo che ci si avvale delle convenzioni già esistenti o da stipulare con congruo anticipo; oppure aderire a modalità diverse con regole di agreement più flessibili. Le informazioni vanno chieste all'Ufficio Relazioni Internazionali dell'Ateneo: http://www.unict.it/internazionalizzazione

 




Dipartimento di Scienze della Formazione - 95124 Catania, via Teatro Greco, 84

dmi