PSICOLOGIA

 

13. ESAME DI STATO  E TIROCINIO PER L'AMMISSIONE

(n.b.: si riporta in questa FAQ anche la questione delle variazioni nel tirocinio post-laurea per accedere all'esame di stato; per tutte le altre FAQ relative al tirocinio vedere la apposita voce nella sezione triennale)

 


1) E' VERO CHE DAL 2012 IL TIROCINIO POST LAUREA PER ISCRIVERSI ALL'ESAME DI STATO E' DI UN ANNO E NON PIU' DI SEI MESI? PERCHE' QUESTO CAMBIAMENTO?

 

Il tirocinio post-laurea per l'iscrizione all'Albo sezione B (dopo la laurea triennale) è ancora di 6 mesi. Il tirocinio per l'iscrizione alla sezione A dell'Albo (laureati di specialistica o magistrale) è sempre stato di un anno, solo che in precedenza era consentito farne un semestre anche prima della laurea. Questo è stato però subordinato dal Ministero alla condizione che fosse possibile mantenere la continuità tra pre e post laurea, condizione impossibile a realizzarsi per evidenti motivi pratici (fine del tirocinio pre-laurea il giorno stesso della laurea, inizio del post il giorno successivo, magari in due strutture diverse e cambiando convenzione, assicurazione, scopi e obiettivi, tutor interno ed esterno!).

Inoltre il tirocinio professionalizzante per l'iscrizione all'esame di abilitazione doveva essere distinto anche temporalmente da quello curriculare ( "formativo"), creando una sovrapposizione proprio nella fase finale degli ultimi esami e della tesi da parte del laureando che finiva per far ritardare la laurea stessa, creando danni più che vantaggi sia sul piano dell'efficacia della professionalizzazione che su quello temporale.

Per questi motivi, e per uniformarsi a quanto si fa già da tempo nel resto d'Italia, anche la nuova convenzione fra Ordine degli Psicologi della Sicilia e Università siciliane aveva stabilito di spostare dopo la laurea entrambi i semestri di tirocinio professionalizzante, fermo restando pre-laurea il tirocinio o stage curriculare.

Adesso nel Decreto sulle liberalizzazioni approvato dal governo nel gennaio 2012 ha chiarito meglio i termini del problema, in quanto nell'articolo sull'accesso alle professioni regolamentate (tra cui quella di psicologo) viene precisato che il tirocinio professionalizzante potrebbe essere svolto prima della laurea ma in presenza di una apposita convenzione tra Consiglio Nazionale dell'Ordine e Ministero (che non c'è e dovrebbe essere fatta); in assenza della predetta convenzione - da attuarsi sul piano nazionale - la norma stessa sancisce che il tirocinio pre-laurea è impossibile, dunque va svolto tutto dopo la laurea, come appunto già stabilito.

E in ogni caso, lo stesso articolo esclude dalla possibilità di tirocinio pre-laurea le professioni sanitarie, tra cui la psicologia ha interesse a rientrare ai fini occupazionali; per cui svolgere i due semestri di tirocinio tutti post-lauream è al momento inderogabile. Come di fatto è già in tutta Italia.

 

 

2) E' POSSIBILE FARE IL TIROCINIO POST-LAUREAM IN ALTRA REGIONE, O ADDIRITTURA ALL'ESTERO?

 

Il tirocinio annuale necessario per l'accesso all'esame di abilitazione alla professione di psicologo è  regolamentato da norme vigenti su tutto il territorio nazionale, condivise dalle università di riferimento (v. norme riportate nel sito:  http://www.fmag.unict.it/Public/Uploads/article/NormativaTirociniPost-Laurea.pdf ).

E' quindi possibile espletare il tirocinio in strutture dislocate nel territorio nazionale, purché riconosciute idonee dall'Ateneo al quale si chiede l'ammissione al tirocinio post-lauream e il relativo libretto; anche l'Ordine della regione di appartenenza della struttura può intervenire su questo riconoscimento di idoneità della struttura; trattandosi di criteri diversi da regione a regione è bene quindi informarsi preliminarmente presso l'Ordine della regione dove si svolge il tirocinio. 

Chiedere l'autorizzazione e il libretto ad una università collocata nella stessa regione dove si intende effettuare il tirocinio consente di scegliere fra una gamma di strutture già accreditate o di effettuare verifiche più rapide, oltre ad abbreviare i tempi delle pratiche evitando di farle viaggiare attraverso l'Italia, tanto più se si intende poi chiedere l'ammissione all'esame di abilitazione in quella stessa sede.

Gli aspetti relativi alle modalità di attivazione del tirocinio e agli oneri assicurativi vanno definiti con gli uffici stage di pertinenza preferibilmente entro i 12 mesi dalla laurea: alcuni Atenei - fra cui il nostro - estendono l'assicurazione per un definito periodo dopo la laurea; trascorso questo termine, se lo studente non ha potuto  attivare il tirocinio post lauream per vari motivi e le polizze assicurative dell'università sono scadute, l'assicurazione (rct/infortuni) dovrà comunque essere attivata a proprie spese.

 

I tirocini post-lauream all'estero, pur non impossibili, sono sconsigliati per le differenze tra le condizioni e difficoltà organizzative non sempre sormontabili: le attività che si possono svolgere non sempre sono congruenti con quelle possibili in Italia; i requisiti dello psicologo tutor spesso non sono omologabili alle normative richieste dall'ordine; le attestazioni rilasciate dal tutor psicologo devono necessariamente  riportare alcune coordinate come anzianità di iscrizione  all'albo del tutor, numero di registrazione, ecc. di cui non sempre esiste traccia, in alcuni paesi non esiste neppure l'albo. Il controllo sulla idoneità della sede è problematico a tanta distanza, e richiede verifiche lunghe e onerose, di cui il laureato stesso deve farsi intermediario.

Si tenga presente che le università sedi di esame di stato, a loro discrezione, chiedono al momento della ricezione della documentazione per l'iscrizione all'esame un avallo alle università che forniscono il diario di attività ed il nullaosta per lo svolgimento di tirocinio (per esempio la nostra), e se queste attestazioni non possono essere date (per le ragioni dette), potrebbero sorgere problemi per l'ammissione all'esame di stato.

E' bene conoscere questi possibili problemi, e soprattutto avere presente la lunghezza dell'iter procedurale, quando si sceglie di fare tirocini all'estero.

 

 

 

 

 

3) L'ORDINE DEGLI PSICOLOGI SULL'ESAME DI STATO PER L'ABILITAZIONE ALLA PROFESSIONE

 

In occasione dell'insediamento delle commissioni sorteggiate nelle sedi di Palermo e Messina, il presidente dell'Ordine regionale ha inviato la seguente nota, condivisa pienamente con la nostra struttura didattica:

Così come è strutturato, l'esame di stato (purtroppo) presenta tutte le debolezze e le insidie degli "esami tradizionali". Sta alla Commissione sapere interpretare il proprio ruolo, nel rispetto delle norme, facendo in modo che esso non si trasformi in un momento di "rigidità selettiva" ma neppure in una "vuota formalità"...

Non dimenticate che giungono all'esame persone che hanno terminato  il percorso formativo universitario e che sono stati valutati 'positivamente', in quanto hanno conseguito il diploma o la laurea specialistica e/o magistrale.

L'esame di stato non intende "riverificare" se questi apprendimenti ci sono stati o no, ma in che misura i candidati sono 'consapevoli' della loro possibile applicazione o proiezione in ambito professionale...

Per far questo è importante proporre delle "tracce di lavoro" per le prove scritte, che non siano troppo centrate su "contenuti disciplinari molto specifici", ma orientate a far emergere il rapporto fra "conoscenze e strumenti della disciplina" e "aree di d'intervento, di attività, di progettazione..." anche qui tenendo conto dell'ampio spettro applicativo che la psicologia oggi ha, e valorizzando la riflessione sull'anno tirocinio professionale che hanno fatto.

 

Riportiamo anche una parte delle indicazioni che l'Ordine  ha dato per le prove dell'esame di abilitazione, e che possono essere utili anche per i nostri laureati, e che possono orientare i lavori delle commissioni in coerenza con gli assetti formativi attuali:

 

Conoscenza degli ambiti e delle modalità di intervento delle discipline psicologiche

 

È opportuno che il candidato possegga la consapevolezza che la psicologia è una disciplina "plurale" nelle sue applicazioni, ma unitaria come corpus teorico e metodologico, e dotata di strumenti coerenti di intervento nelle varie applicazioni.

La centralità troppo spesso riconosciuta all'ambito dell' intervento clinico, o strettamente psicoterapeutico, deve essere allargata ad ogni altro ambito dove le discipline psicologiche possano portare un contributo volto ad accrescere la qualità della vita e della socialità delle persone.

A titolo puramente esemplificativo, ricordiamo, fra gli altri, i contesti di applicazione relativi all'ambito del lavoro, dell'organizzazione, della psicologia dell'arco di vita e dell'educazione, all'ambito sperimentale o di ricerca, all'ambito giuridico, all'ambito della disabilità e della riabilitazione, all'ambito dell'emergenza, all'ambito della comunità, convivenza e ambiente, dello sport, della comunicazione e del marketing.

Ciò non significa che per affrontare l'esame di stato i candidati debbano avere una conoscenza approfondita di tutti questi ambiti, ma possedere in proposito almeno le seguenti competenze minime:

- conoscenza degli elementi fondanti la psicologia generale e le metodologie scientifiche utilizzate nella ricerca in psicologia, inquadrate in una prospettiva di sviluppo storico;

- conoscenza delle fondamentali caratteristiche e metodologie della diagnosi psicologica e consapevolezza del fatto che questa è trasversale a tutti gli ambiti disciplinari e costituisce elemento caratterizzante della professione; - consapevolezza di come tali conoscenze di base abbiano rilevanza fondamentale negli ambiti disciplinari applicativi di cui sopra;

- padronanza degli elementi basilari della progettazione e/o valutazione degli interventi in ambito individuale o di gruppo, tenendo presenti considerazioni di fattibilità alla luce di un principio di realtà.

 

 

4) QUANDO E' POSSIBILE FARE LA DOMANDA PER L'ESAME DI STATO? A CHI CI SI DEVE RIVOLGERE?

 

La domanda per l'esame di Stato che abilita all'iscrizione all'albo degli psicologi (sezione B per i triennalisti, sezione A per i laureati di 2° livello) si presenta in base al bando che annualmente il Ministero emana per le due sessioni previste nell'anno solare, indicando le modalità e allegando le sedi dove l'esame può essere sostenuto per quelle sessioni (v. più sotto i link dove trovare l'ordinanza ministeriale).

Per presentare la domanda bisogna aver espletato il tirocinio post laurea, secondo le norme indicate nell'apposita sezione (v. TIROCINI, nel sito). E' possibile completare il tirocinio anche oltre la data della domanda, il bando prevede infatti di presentare la domanda con riserva di completare il tirocinio, purchè prima della data di inizio dell'esame. Questa data è indicata dal Ministero per le due sessioni, ed è per tutte le sedi uguale perché la domanda si può fare in una sola sede.

Per la domanda ci si deve rivolgere alla sede fra tutte quelle indicate nel territorio italiano che si decide di scegliere, e chiedere a quella Università (Ufficio Esami di Stato) le informazioni utili per la domanda.

La nostra Università deve solo rilasciare l'attestato di tirocinio svolto, alla fine di esso e secondo le norme citate nella apposita sezione del sito: ricordo che, diversamente dal tirocinio svolto durante il corso, la struttura dove fare il tirocinio post-laurea deve essere cercata direttamente dall'interessato (che non è più studente universitario), ottenendo da essa l'autorizzazione preventiva in base alla quale l'Ufficio tirocini rilascerà il libretto del tirocinio e poi l'attestato quando questo libretto viene riconsegnato completo delle firme.

Questa prassi  (cioè chiedere il libretto prima di cominciare, insieme alla lettera di accettazione da parte dell'ente) va seguita anche da laureati di altri Atenei che vogliono l'attestazione del tirocinio dalla nostra Università: l'attestazione non potrà essere rilasciata se non è stato consegnato il relativo libretto di tirocinio prima dell'inizio del tirocinio stesso. Non basta dunque portare 'a posteriori' una certificazione da parte dell'ente dove si è fatto il tirocinio, in mancanza di una richiesta preventiva all'Ufficio Tirocini del nostro Ateneo.

Tutte le informazioni dettagliate possono essere chieste all'Ufficio Tirocini.  

 

Il bando per le sessioni di esami di stato è pubblicato annualmente nel sito del Ministero :http://www.miur.it/

Informazioni utili possono anche essere trovate nel sito dell'Ordine degli psicologi:

regionale Siciliano, link: http://www.ordinepsy.sicilia.it/

nazionale, link: http://www.psy.it/ 

 

 

 

6) QUAL E' IL PROGRAMMA DELL'ESAME DI ABILITAZIONE?

 

Trascrivo esattamente quello che prevede la legge per l'abilitazione (sezione A per i laureati di 2° livello); ogni sede dà interpretazioni leggermente diverse ma la sostanza è chiaramente espressa nella normativa:

 

- Una prima prova scritta sui seguenti argomenti: aspetti teorici e applicativi avanzati della psicologia; progettazione di interventi complessi su casi individuali, in ambito sociale o di grandi organizzazioni, con riferimento alle problematiche della valutazione e dello sviluppo delle potenzialità personali. (Sono esonerati da questa prova quanti hanno già fatto l'esame di abilitazione per la sezione B - triennalisti) 

- Una seconda prova scritta sui seguenti argomenti: progettazione di interventi complessi con riferimento alle problematiche della valutazione dello sviluppo delle potenzialità dei gruppi, della prevenzione del disagio psicologico, dell'assistenza e del sostegno psicologico, dell'assistenza e del sostegno psicologico, della riabilitazione e della promozione della salute psicologica.

 

- Una prova scritta applicativa, concernente la discussione di un caso relativo ad un progetto di intervento su individui ovvero in strutture complesse.

 

- Una prova orale sugli argomenti della prova scritta e su questioni teorico-pratiche relative all'attività svolta durante il tirocinio professionale, nonché su aspetti di legislazione e deontologia professionale.

 

 

 

7) IN CHE CONSISTE L'ESAME? E IN QUANTO TEMPO SI COMPLETA? COME CI SI DEVE PREPARARE?

 

 

Come detto nella precedente risposta, l'esame consiste in diverse prove, di tipo teorico-metodologiche (scritte), pratiche (in genere pure scritte), e orale, con i programmi sopra detti, previsti dalla legge.

Il superamento di ciascuna fase è preliminare per l'ammissione a quella successiva.

Anche se le prove iniziano in tutte le sedi nello stesso giorno (indicato per ogni sessione nel bando ministeriale), ogni sede ha tempi diversi di espletamento a secondo delle modalità di riunione della commissione e del numero di domande fatte in quella sede.

 

La cosa più importante da tenere presente nella preparazione è l'esperienza mirata alla pratica professionale; anche i temi teorici devono avere un taglio metodologico e applicativo. Insomma, bisogna dimostrare di essere preparati alla professione. Dunque bisogna riprendere non solo le nozioni apprese durante le lezioni e gli esami, ma soprattutto l'esperienza pratica fatta nel tirocinio, nei seminari frequentati (tirocinio interno, convegni, congressi, altre esperienze formative professionalizzanti), nei laboratori che le discipline hanno offerto. Per questo tirocini esterni e interni sono obbligatori nel corso di laurea, si fa anche un tirocinio post-laurea, si sollecita la frequenza dei laboratori e delle lezioni nella misura in cui anche esse - o almeno, parte di esse - danno indicazioni rispetto alla professione; abbiamo sempre detto che studiare per conto proprio sui libri o focalizzandosi solo sugli esami non è il sistema migliore per prepararsi alla professione e all'esame di stato che ne è la porta d'accesso.

Purtroppo a tanti laureati - pochi per la verità tra i nostri, ma ce ne sono - capita di trovare chiusa questa porta, venendo bocciati in più sessioni di esami di stato e in diverse sedi, magari perché hanno frequentato poco e male, o hanno fatto tirocini poco utili anche se più comodi come orari e frequenza, o hanno puntato tutto e solo sugli esami. Non superare l'esame di stato significa non potersi immettere nel mercato del lavoro (senza abilitazione e iscrizione all'albo non si può fare nulla della professione psicologica!) e vedersi superare nella corsa al lavoro da altri che magari si sono laureati dopo.

Per questo non raccomanderemo mai abbastanza di approfittare di tutte le occasioni di professionalizzazione che vengono offerte durante il periodo universitario: che queste siano sufficienti, se adeguatamente sfruttate, è dimostrato dall'alta percentuale di nostri laureati che superano brillantemente e al primo tentativo l'esame di abilitazione.

Per la preparazione alle prove scritte e pratiche esistono anche diversi libri in commercio, naturalmente non posso qui pubblicizzarli per ovvie ragioni, ma potete facilmente reperirli nei siti delle case editrici specializzate (per esempio, Angeli, Cortina, Erickson, McGraw-Hill ecc.)

Una ricerca nei vari siti delle università (basta inserire 'esame di stato psicologia' in un motore di ricerca per trovare centinaia di link) permette di trovare tante informazioni utili, compresi esempi delle prove fatte nelle sessioni precedenti che danno un'idea di cosa l'esame comporta.

 

8) PERCHE' CATANIA NON E' SEDE DI ESAME DI STATO, E IN SICILIA SOLO PALERMO E MESSINA?

 

Non potevamo chiedere che l'esame si abilitazione si tenesse anche a Catania finché non abbiamo completato nella nostra sede il biennio di laurea magistrale.

Ma l'ostacolo principale è che trovare - come richiede la normativa - le terne di docenti universitari che devono fare da commissari assieme a quelli proposti dall'Ordine, è già difficilissimo per le due sedi in Sicilia già esistenti, se aggiungessimo anche Catania diventerebbe impossibile.

Questo perché una antica e obsoleta normativa continua a considerare fra i possibili commissari universitari figure inesistenti da tempo (incaricati e liberi docenti) ignorando i ricercatori che sono la maggior parte della forza docente universitaria: si pensi che i docenti ordinari e associati della nostra università, sui 13 dei settori M-PSI, sono solo 5. E ci sono invece 7 ricercatori che non si possono impegnare nell'esame di stato perché il ministero non li considera.

Abbiamo chiesto più volte al Ministero di modificare questa assurda e inefficiente norma, ma senza risultato. Per cui non possiamo aggravare la situazione aggiungendo un'altra sede - che richiederebbe un'altra terna in più di docenti - ma, grazie ad un accordo con la sede di Messina, docenti di Catania si alternano con quelli messinesi nella commissione che (faticosamente) si riesce a formare in quella sede.

 

 

9) LA NOSTRA FACOLTÀ AVVIA DEI CORSI DI PREPARAZIONE ALL'ESAME DI STATO PER L'ABILITAZIONE DI PSICOLOGIA, VISTO CHE LE PROVE SOPRATTUTTO QUELLE PROGETTUALI POCO HANNO A CHE FARE CON IL NOSTRO ITER UNIVERSITARIO?


 

La nostra università non organizza corsi di preparazione per l'esame di stato (come credo nessun'altra in Italia).
Quanto al fatto che  "le prove soprattutto quelle progettuali poco hanno a che fare con il nostro iter universitario" da presidente del corso che (immagino) lei ha frequentato, ricordo che il corso prevede numerosi laboratori e diversi docenti, fra cui il sottoscritto, centrano la parte laboratoriale proprio sulla progettualità professionale. Chi frequenta il laboratorio di psicologia dei test e vuole convalidarlo come tirocinio interno deve fare un progetto sull'applicazione di un test; mi spiace che non se ne sia accorta, o forse questo laboratorio non le interessava... Lo stesso so per certo che fanno altri docenti.
Per apprendere a preparare un progetto sull'orientamento (oggetto dell'ultima prova nella sede di Messina) bastava frequentare i laboratori a ciò dedicati, già nella triennale, infatti chi lo aveva fatto non ha trovato alcuna difficoltà mentre chi si era limitato a studiare i libri ha scritto dei progetti che cozzano non solo con gli aspetti tecnici ma anche col buon senso pratico.
Mi spiace constatare che tanti studenti  frequentano i laboratori e i seminari del tirocinio interno solo al fine di apporre la firme per la convalida per le ore obbligatorie, qualcuno delegando i colleghi a firmare per loro perché evidentemente hanno altro da fare. Lo stesso avviene ai convegni e alle altre iniziative che organizziamo con professionisti esterni: momenti in cui si apprende una progettualità operativa che le lezioni universitarie ovviamente non possono dare.
C'è poi il tirocinio pratico, che è una occasione per discutere coi tutor proprio di progetti; anche in questo caso qualcuno va al  tirocinio solo per accumulare le ore senza preoccuparsi di trarre dall'esperienza quanto poi può servire per l'esame di abilitazione.
Si potrà obiettare che quanto detto non sempre si realizza come programmato: ma in tal caso gli studenti possono segnalare - in modo specifico e non generico - al presidente del corso ciò che non funziona, e provvederemo a migliorare l'offerta sia di laboratori e seminari che di tirocinio professionalizzante.


 

INSERISCO IN QUESTA PAGINA DEDICATA ALLA PREPARAZIONE ALL'ESAME DI ABILITAZIONE UNA RISPOSTA RIGUARDANTE GLI ESAMI, PERCHE' LA RITENGO INDICATIVA DI UNA PRASSI DI STUDIO CHE PUO' AVERE ESITI NEGATIVI RISPETTO ALL'ABILITAZIONE (E ALLA PROFESSIONE):

 

 

SONO UNA STUDENTESSA ISCRITTA AL 1° ANNO DI PSICOLOGIA ALL'UNIVERSITÀ  DI CATANIA. ESSENDOMI ISCRITTA QUEST'ANNO ALL'ATENEO DI CATANIA PER LA PRIMA VOLTA, STO AVENDO DIFFICOLTÀ  A CAPIRE ALCUNE DINAMICHE DIDATTICHE, AD ESEMPIO, MI È STATO DETTO CHE NON È POSSIBILE PRESENTARSI AD UN ESAME NELLA SESSIONE DI FEBBRAIO,  PERCHÈ È UNA MATERIA ANNUALE, NON NE COMPRENDO IL SIGNIFICATO. ESSENDOMI GIÀ  PREPARATA PER IL SUDDETTO ESAME, CHIEDO A LEI CHIARIMENTI IN MERITO.

 

 

In tutte le Università, non solo a Catania, "corso annuale" significa che le lezioni perdurano sia nel primo che nel secondo semestre. Quindi come si potrebbe dare l'esame di un corso che non è ancora finito? La sessione straordinaria in questo caso è solo per quelli che avevano la frequenza l'anno precedente.

Da quanto dice deduco evidentemente che non prende per nulla in considerazione la frequenza delle lezioni, ma pensa di "prepararsi" solo sui libri; ma mi chiedo, come ci si può preparare adeguatamente ad una professione applicativa come la psicologia in questo modo? Nei corsi sono previsti (lo dice anche il titolo di alcune materie professionalizzanti) laboratori che riguardano aspetti pratici della psicologia, cioè le sue possibili applicazioni.
Vero è che non c'è obbligo di frequenza (se non di un certo numero di laboratori, questo lo ricordi), ma è mio dovere come presidente del corso e come commissario agli esami di abilitazione ricordare che molti che procedono solo studiando sui libri poi non riescono a superare l'esame di stato, dove proprio gli aspetti pratici vengono espressamente richiesti e chi conosce solo le teorie dei libri si trova molto in difficoltà. Per non parlare della difficoltà ad inserirsi sul piano lavorativo se non si dimostra abbastanza pratica, non avendo sfruttato neppure quel (poco, ma importante) che si fa durante i corsi di laurea mediante laboratori e tirocini.
Certo, è lei che deve decidere sul modo di formarsi come professionista, sfruttando o meno le opportunità che il corso offre. In ogni caso però, deve aspettare per dare l'esame che il corso sia finito, come tutti i suoi colleghi che frequentano e secondo quanto dicono i regolamenti. 

 

 




Dipartimento di Scienze della Formazione - 95124 Catania, via Teatro Greco, 84

dmi